di Giuliano Coan
Si cerca l’estintore solo nel momento in cui ci si accorge che la casa brucia. Una metafora, questa, che sintetizza la scarsa consapevolezza degli italiani in materia di previdenza. Solo un lavoratore su tre conosce la propria situazione previdenziale.
Ben il 62% degli italiani dice di non essersi ancora preparato alla pensione, e l’età media in cui gli italiani iniziano a occuparsene è di 55 anni forse quando è troppo, tardi.
Precediamo solo il Giappone in campo mondiale.
I più informati sono i lavoratori europei. A 35 anni si aggiornano sul tema previdenziale.
Gli italiani non hanno le idee chiare sulla propria pensione e sulla liquidazione alla cessazione.
In sostanza, quella che emerge è una generale ignoranza sul tema: la mancanza d’informazione è la prima causa della scarsa capacità decisionale degli italiani sulle soluzioni previdenziali per il loro futuro.
Si aggiunge poi un’informazione mediatica approssimativa e strumentale disorientanti.
Regna quindi un forte disinteresse e pessimismo sulla pensione che gli italiani riceveranno a fine carriera, ma manca anche una strategia per correre ai ripari.
Il lavoratore, per operare le sue scelte di vita dopo l’attività lavorativa, ha la necessità fondamentale di conoscere le varie possibilità che la legislazione previdenziale gli offre nelle diverse età e di essere soprattutto correttamente informato.
D’altra parte, la complessità e la difficile comprensione della materia peraltro in continua evoluzione, impongono modalità di relazione indispensabile con gli interessati nell’informare, nel consigliare, e nel delineare consapevolmente possibilità diverse, in relazione al proprio futuro sin dal primo giorno di lavoro.
Tanto premesso e statistiche a parte, il succedersi delle riforme legislative in materia di stato giuridico e previdenziale, dei Dirigenti Scolastici e delle Alte Professionalità docenti e personale ATA della scuola e il decentramento delle competenze, impongono una sempre maggiore attenzione sulla trattazione delle pratiche previdenziali.
Accuratezza necessaria anche in considerazione dell’individuale e variegata, talvolta complicata storia professionale di ciascun lavoratore.
Le Istituzioni scolastiche svolgono un ruolo importante poiché predispongono tutti gli atti alla base dei conseguenti provvedimenti dell’Istituto Previdenziale.
Le determinazioni devono essere sempre controllate accertandone l’esattezza e vanno accettate dopo un puntuale riscontro dei dati elaborati e un’attenta analisi giuridico/economica di convenienza sull’utilità degli eventuali provvedimenti a titolo oneroso. A tal proposito si riscontra poi, per molteplici ragioni, un’altissima percentuale d’inesattezze che incidono conseguentemente sulla cosiddetta retribuzione differita.
Deve essere prestata da parte del lavoratore, pertanto, la massima attenzione considerate le possibili conseguenze negative in caso di errori anche solo di disattenzione, e talvolta si deve intraprendere un’azione legale per vedere riconosciuti i propri diritti.
Il tutto ha una valenza importantissima che può condizionare anche la qualità e la serenità di vita della persona e della sua famiglia.
Ciò nonostante si registra, oltre alle numerose disfunzioni che emergono nelle diverse province, tanta superficialità, una conoscenza sommaria del sistema previdenziale e della propria posizione pensionistica che peraltro assume, specialmente negli ultimi anni di servizio, un aspetto molto ragguardevole e assai delicato.
La consulenza previdenziale, nello spirito d’irrinunciabili esigenze solidaristiche, mira a supportare indistintamente tutti i lavoratori della scuola, pensionandi e pensionati compresi, nell’individuazione delle soluzioni più efficienti riguardanti i diversi aspetti problematici del trattamento di quiescenza, di fine servizio, del TFR e Previdenza Complementare. Viene incontro alla necessità di offrire a ciascuno un servizio di conoscenza per l’ottimizzazione delle scelte, controllo e verifica, con la garanzia di professionalità e riservatezza.
La consulenza – da compiersi in presenza, per un confronto immediato, completo e approfondito con la persona interessata – sarà indipendente e neutrale, ossia effettuata mantenendo un punto di vista tecnico-normativo ed economico che consenta al singolo lavoratore di:
1 – analizzare e controllare in modo oggettivo la propria copertura previdenziale e tutte le prestazioni (Pensione, Tfs, Tfr, Attività Creditizia e Sociale) – ricostruire la posizione assicurativa.
2- valutare la convenienza del riscatto e della ricongiunzione/totalizzazione di periodi e/o servizi scegliere liberamente e consapevolmente, senza influenze o condizionamenti di parte, l’adesione alla previdenza complementare (Fondo Espero) e ogni altra forma di previdenza integrativa.
3 –analizzare le varie opportunità pensionistiche –diritto/ misura – conoscere preventivamente l’importo della pensione e della buonuscita.
L’informazione e la consulenza divengono pertanto un’esigenza irrinunciabile, soprattutto in una materia tanto complessa, mutevole e delicata, destinata ad avere un impatto decisivo sulla qualità e la serenità di vita delle persone.
gennaio 2017