Desideriamo esprimere la nostra convinta solidarietà alla collega Giovanna Caretto, recentemente condannata ad una pena detentiva per omicidio colposo in relazione ai fatti che circa 6 anni fa portarono al decesso dello studente Andrea De Gabriele del Liceo “De Giorgi” di Lecce, per un incidente occorsogli all’interno della scuola.
Ribadiamo, al contempo, la nostra commossa vicinanza alla famiglia del giovane, per l’evento luttuoso che non avrebbe dovuto mai verificarsi e che nessun risarcimento potrà mai compensare.
In attesa di leggere le motivazioni della sentenza e fare su queste le nostre più approfondite valutazioni, dobbiamo tuttavia evidenziare come eventi dannosi di questo tipo che purtroppo – ancora una volta – si abbattono luttuosamente su famiglie, dirigenti e docenti, discendono direttamente dall’intrinseca e strutturale insicurezza di moltissimi dei nostri edifici scolastici, rispetto alla quale non vi è nel nostro ordinamento alcuna possibilità per i dirigenti delle scuole di esercitare interventi diretti, efficaci e risolutivi.
Stretti come sono fra l’obbligo di assicurare il pubblico servizio di istruzione, obbligo la cui inosservanza è sanzionata dalla legge penale, e quello – ancor più penalmente rilevante – di prevedere e scongiurare TUTTI I RISCHI (art. 17, comma 1, D.Lgs. n. 81/2008) per la sicurezza e la salute di alunni e operatori scolastici, ai dirigenti spesso non rimane che incrociare le dita e sperare che nulla di nocivo accada in edifici sempre più fatiscenti sul piano strutturale, privi dei requisiti minimi di sicurezza, delle certificazioni di agibilità e antincendio. Situazione, questa, a cui fa da sfondo l’asserita carenza di risorse finanziarie da parte di Comuni e Province (Enti proprietari) per poter attuare e sostenere gli interventi urgenti e indifferibili da loro dovuti.
Tra la pletora dei rischi da prevenire (lo ricordiamo, la legge dice che devono essere TUTTI!) ci sono anche quelli derivanti dai comportamenti occasionali e sostanzialmente indisciplinati degli alunni oppure da carenze più o meno colpevoli di vigilanza da parte di docenti e personale scolastico, come sembra sia accaduto nel caso in esame. Tali evenienze, di fatto incontrollabili e imprevedibili, considerato anche l’alto numero di studenti e personale presenti in ogni scuola, si moltiplicano quasi all’infinito e divengono rischiosissime nella misura in cui gli ambienti scolastici, ai quali risulta difficile se non impossibile inibire l’accesso, sono strutturalmente insicuri. Senza pretesa di fare la parte dei tecnici, per la quale non abbiamo i requisiti, nel caso in esame quel lucernario da cui è caduto il povero Andrea doveva essere assolutamente inaccessibile o, comunque, resistente allo sfondamento se fosse stato costruito con materiali e tecniche opportuni e se fossero state eseguite le necessarie e periodiche verifiche e manutenzioni.
Come si vede, il problema discende in modo determinante dalla presenza o meno dei requisiti minimi di sicurezza pertinenti ad ogni struttura od impianto, fissati dalla legge e dalle norme (regolamentari e di buone pratiche) che regolano le costruzioni. Il dirigente può solo chiedere che queste vengano rispettate. Ove non lo fossero, le scuole o parti di esse dovrebbero essere chiuse, al fine primario di garantire l’incolumità di tutte le persone che al loro interno vivono e lavorano, e di tutti coloro che a qualsiasi titolo vi entrano.
Sul piano legislativo è urgente e indifferibile l’introduzione di nuove norme che definiscano in maniera chiara, inequivocabile e senza sovrapposizioni le competenze e i profili di responsabilità. Sotto questo profilo, se dovessero essere i Dirigenti Scolastici ad averle totalmente su di se, essi dovrebbero essere dotati di specifici ed autonomi poteri di spesa e degli adeguati supporti tecnici, attraverso il conferimento alle scuole di risorse finanziarie allo scopo destinate.
Ai dirigenti scolastici, che tutti i giorni corrono rischi considerevoli del tipo di quelli di cui qui si discute, ANP Puglia consiglia di recapitare agli enti locali proprietari degli immobili, periodicamente e a mezzo PEC, dettagliate segnalazioni, corredate da relazione dell’RSPP e munite di documentazione fotografica, delle situazioni di rischiosità presenti nelle scuole, chiedendone la rimozione con procedura di urgenza. Consigliamo inoltre di non dimenticare di mantener aggiornato, in conseguenza, il documento di valutazione dei rischi previsto dal D.Lgs. n. 81/2008 e di procedere senza esitazioni, in caso di perdurante mancanza di riscontro positivo, a segnalare i casi alle Procure della Repubblica competenti per territorio.
E in tutti i casi in cui ciò sia possibile inibire comunque l’accesso ai luoghi potenzialmente pericolosi, mediante disposizioni certe e conservate agli atti, controllando nel contempo il rispetto dei divieti posti.
ANP Puglia si muoverà sul piano istituzionale con gli enti preposti per attivare un dialogo interistituzionale sulla sicurezza nelle scuole e per la definizione di un piano concordato e di interventi con risorse certe e disponibili a breve.
Così come pure si sta già attivando, seguendo la sua tradizionale linea di supporto professionale ai colleghi, per azioni di informazione/formazione brevi ma efficaci sulle questioni attinenti alla sicurezza, sia con riguardo al profilo tecnico-operativo che a quello normativo e giudiziario.
Di tali azioni daremo a breve ampia notizia.
Roberto Romito, presidente regionale ANP Puglia